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L'impetuosa crescita economica della Cina, l'eredità dei neocon, le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libia e in Siria, le tensioni costanti in Africa e nel continente eurasiatico, le crescenti conflittualità di ordine religioso, i poderosi flussi migratori, il collasso delle istituzioni e delle pratiche multilaterali, le trasformazioni tecnologiche, l'internazionalizzazione dei mercati e le tempeste finanziarie. Questo volume cerca non tanto di definire o spiegare cosa sia la globalizzazione - termine che compendia tutti i cambiamenti che stiamo vivendo - bensì di dar conto dei diversi tentativi di farlo, tratteggiando una mappa di questo mondo nuovo. Un disegno incompleto, ma in cui è già possibile riconoscere alcune tendenze di fondo. L'impulso alla frammentazione, innanzitutto: la riscoperta delle identità particolari che si scontra con un orizzonte imperiale. Come sarà il nuovo nomos della Terra? Esso potrà assumere la forma di un vasto mercato planetario, di un'immensa zona di libero scambio, oppure di un mondo in cui i grandi blocchi continentali - nel contempo potenze autonome e crogioli di civiltà - svolgono un ruolo regolatore nei confronti della globalizzazione stessa, preservando così la diversità degli stili di vita e delle culture, unica vera ricchezza dell'umanità. Sullo sfondo quella che Norman Podhoretz ha definito la «quarta guerra mondiale», iniziata l'11 settembre e tutt'ora in corso: una guerra multiforme, tanto militare quanto economica, finanziaria, tecnologica e culturale. L'autore cerca di individuare l'azione e la metamorfosi di queste dinamiche all'interno di una molteplicità di fenomeni, accadimenti, fermenti. Dalla crisi e rinascita del concetto di nazione alla morte della "categoria del progresso".